Marzo 13, 2025
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Già dal II secolo d.C. in Cina si praticava la scrittura su carta.

L’invenzione della carta è attribuibile al ministro cinese della corte degli Han, Ts’ai Lun, che secondo la leggenda nel 105, osservando delle donne che lavavano i panni al fiume, osservò il rilascio di alcune fibre dai tessuti; tali fibre una volta compattate ed essiccate, creavano una superficie su cui si poteva scrivere.

Il foglio così prodotto tornava dalla pergamena al vegetale: paglia di tè o di riso, canna di bambù e in seguito stracci di canapa, venivano resi poltiglia, fatti marcire e poi battuti a lungo per ottenere una pasta da cui venivano ricavati i fogli.

Dal III secolo l’arte della carta venne utilizzata anche dai giapponesi per la divulgazione del buddhismo. Nel 751 la battaglia presso il fiume Talas permise agli arabi di apprendere la tecnica e di diffonderla in tutto il Mediterraneo A partire dalla costruzione della prima cartiera araba a Samarcanda.

Sembrerebbe che l’introduzione della fabbricazione della carta in Italia risalga ai primi decenni del XIII secolo; la prova è data dalla legge del 1231 dell’imperatore Federico II in cui ordinava che tutti i documenti ufficiali scritti su carta fossero ricopiate su pergamena, in quanto la carta araba di origine vegetale attirava microbi ed insetti risultando quindi più fragile.

La carta fu la principale complice dello sviluppo della stampa al torchio tipografico e della diffusione della cultura.

Fonti bibliografiche:

  • “L’invenzione perfetta. Storia del libro” di Federica Formiga

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