Marzo 13, 2025
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Il libro inteso come supporto fisico di un contenuto ha una storia millenaria; è però dal XV secolo che troviamo la nascita del libro inteso come oggetto di produzione sul larga scala, divenendo uno dei protagonisti della diffusione culturale.

La prima tecnica di preparazione in serie di volumi fu il procedimento della pecia o riproduzione a pezzo, ma non aveva la caratteristica fondamentale aggiunta dall’arte tipografica, ossia la realizzazione in simultanea e in poco tempo di un numero più elevato di libri .

Il sistema della pecia fu applicato alla realizzazione di testi da utilizzare all’interno delle università e consisteva nella copia multipla manoscritta di fascicoli da dare in affitto. Tale metodo si diffuse proprio grazie all’università perché una volta scritto, corretto e approvato il contenuto, il foglio di pergamena veniva piegato in quattro e venduto presso un librarius cioè un copista che custodiva, affittava o vendeva i singoli fascicoli.

Dalla seconda metà del XV si passò dal testo scritto a mano a quello preparato con caratteri mobili, utilizzati per comporre righe e pagine facendo assumere al libro le caratteristiche dello strumento a noi noto da tempo.

Quando Guttenberg introdusse i caratteri fusi al piombo, in Europa era già stato fatto molto lavoro sul libro; ma tale invenzione provocò la fine della produzione libraria manoscritta e contribuì a far diventare il libro dalla prima metà del Quattrocento il primo prodotto seriale della storia. L’arte tipografica cambiò le regole: niente circolazione di fascicoli sciolti ma opere, libri non più scritti a mano da copisti ma preparati in una bottega con nuove macchine e nuovi professionisti.

Il libro venne lanciato verso un mondo sempre meno ristretto e sempre più desideroso di nuova conoscenza.

Dal XV secolo il libro a stampa si mise in viaggio, come 1000 anni prima era successo ai manoscritti, partendo dalla Germania dove era nato, modificandosi strada facendo grazie al contributo di artigiani, intellettuali e contesti che lo plasmarono e lo modellarono seguendo inizialmente le fattezze del codice, suo predecessore, per poi discostarsene più o meno velocemente attraverso nuove trasformazioni prodotte dalla meccanizzazione dei torchi, dal progresso industriale di preparazione della carta fino all’utilizzo dei macchinari sempre più veloci.

Fonti bibliografiche

  • “L’invenzione perfetta. Storia del libro” di Federica Formiga

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